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ALBA STELLA MIA: Incontro con Luca Trapanese
Alba ha la sindrome di Down e appena nata è stata lasciata in ospedale. Trenta famiglie l’hanno rifiutata prima che il tribunale decidesse di affidarla a Luca Trapanese. Gay, cattolico praticante, impegnato nel sociale. Questa è la storia di Alba e Luca. Una storia d’ amore, poesia, bellezza, speranza. Puglia 1 Giugno 2019 Vecchie Segherie Libreria Mondadori Bisceglie –
Incontro con Padre Alex Zanotelli
di Dale Zaccaria
“L’acqua è la fonte madre, è la vita, ed oggi è l’oggetto di desiderio del capitale.”
Korogoro Nairobi
“ Sono arrivato a Korogocho il giorno 19 Ottobre 1990. Il giorno del battesimo di Gesù. Ho detto alla gente: “sono qui per ricevere il vostro battesimo”. Mi sono sistemato in una baracca, con poche pentole e cibo. Con pochissimo lì si vive, 20/30 euro al mese. All’inizio mi è saltato il corpo e la testa ho perso circa venti kg e psicologicamente ero distrutto, capivo l’assurdità del mondo, quanto il mondo mi sembrasse folle.”
“C’è un muro a Nairobi, un muro che è presente anche a Napoli, che divide il Vomero con Scampia che divide ricchi e poveri. Ho vissuto con la gente più emarginata a Korogocho, i ragazzini di strada, le bambine che andavano a prostituirsi in città, i molti malati di Aids.”
L’incontro con Geremia
“ C’è una collina dove arrivano i rifiuti dei ricchi a Korogoro. Un giorno ho incontrato un uomo Geremia che mi ha detto: “Padre perché non viene dove viviamo noi, mica siamo bestie!” Geremia viveva su quella collina, dove c’è la discarica. Decisi di andare, anche se un gruppo di cristiani mi sollecitarono a non farlo dicendomi “ti ammazzano, son criminali”.
“Passai la notte a pensare e il giorno seguente mi recai sulla collina, trovai un immensa discarica, un cattivissimo odore che ti veniva sul viso spinto anche dal vento ed incontrai Geremia che mi disse: “non pensavo che voi bianchi manteneste le promesse”. Geremia mi spiegò tutto il sistema mafioso che c’era nella gestione della discarica. La gente era munita di un pezzo di ferro per prendere i rifiuti e poi riciclarli, rivendendo tutto.”
Tabu ragazzino di strada
“Tabu era un ragazzino di strada che viveva nella discarica. E’ morto ad undici anni di Aids.”
Le bambine prostitute
“ Migliaia di ragazzine vanno a prostituirsi in città e poi muoiono di Aids. Una sera portai alcune di loro in baracca da me sollecitandole e parlando con loro e chiedendogli di lasciare quella strada perché sarebbero morte di Aids. Mi dissero: “ Alex lo sappiamo, trovaci un lavoro. Perché o prendiamo l’aids o muoriamo di fame.” Mi dissi che facevo parte di quella razza bianca che sfrutta queste ragazzine.
“Non ho mai costruito una chiesa a Korogoro perché la prima chiesa è il nostro corpo.”
Floris la bambina prostituta
“ Floris a 11 anni è entrata nel giro della prostituzione a 15 anni ha preso l’Aids a 17 anni è morta.
Andai a trovarla qualche giorno prima della sua morte. La madre l’aveva abbandonata. Le chiesi come stava e le chiesi cos’era per lei Dio, mi disse che “Dio è mamma.” Io non ci capii più nulla, visto che la madre era scappata due giorni prima, abbandonandola al suo destino. Le chiesi poi, per lei chi era il volto di Dio oggi. Rimase quasi cinque minuti in silenzio e poi mi rispose “sono io il volto di Dio”. Capii che Dio è così con loro, soffre con loro. Per me rimane un mistero la forza che ho trovato in queste persone. La forza anche della preghiera.”
L’acqua e le armi
“Il governo italiano ha varato una spesa di 25 miliardi di euro per le armi. Le armi, quelle che abbiamo noi, fanno sì che esista questa superiorità su altre popolazioni del mondo. Il 20% della popolazione è armata fino ai denti. Per le armi sono stati spesi in totale circa 1530 miliardi. Il nostro sistema così come è fatto, che non è tanto basato sull’economia quanto sulla finanza, sta premendo sull’ecosistema. Tra trent’anni il petrolio finirà. Abbiamo bruciato petrolio in duecento anni. E la ricchezza nel mondo è in mano a 300 famiglie mentre circa tre miliardi di persone vivono con due dollari al giorno. Noi possiamo vivere senza petrolio, ma senza l’acqua no. L’acqua è la vita, è la fonte madre, ed ora il sistema capitalistico vuole privatizzarla. Multinazionali come la Nestlé, la Suez (che ha in mano l’Acea), la Veolia stanno mettendo le mani sull’acqua. Da uno studio dell’Onu emerge che si può vivere con cinquanta litri di acqua al giorno. In Italia ne consumiamo duecento e in America quattrocento litri al giorno. Dobbiamo ripensare tutto. Far nascere una nuova cultura. Di rispetto e di risparmio. Di bellezza e stupore di fronte alla natura. Sono impegnato nella battaglia per la difesa dell’acqua come bene comune. Si chiede l’abrogazione della legge Ronchi. Siamo riusciti a far passare due domande per il Referendum sull’acqua approvate dalla Corte Costituzionale. Poi ogni Comune, ogni comunità locale dovrebbe gestire le proprie risorse idriche.
Il referendum dovrebbe esserci a metà Giugno. C’è bisogno di creare una nuova cultura. Bisogna essere informati per informare. E soprattutto è nella nuove generazioni il futuro. Saranno loro che dovranno costruire questa nuova cultura di rispetto e attenzione.”
Padre Alex Zanotelli è nato a Livio (Trento) il 26 Agosto 1938, fa parte dell’ordine missionario dei Comboniani di Verona. E’ l’ispiratore ed il fondatore di più movimenti italiani che hanno l’obiettivo di creare le condizioni della pace e di una società solidale in cui gli ultimi abbiano cittadinanza.
Korogocho nella lingua locale Korogocho significa confusione, caos. Fino al 2001 padre Zanotelli rimase qui, in una delle baraccopoli che attorniano Nairobi, la capitale del Kenya. Ha dato vita a piccole comunità cristiane, ma anche a una cooperativa che si occupa del recupero dei rifiuti e dà lavoro a numerosi baraccati. Ha propiziato la nascita di Udada, una comunità di ex prostitute che aiuta le donne che vogliono uscire dal giro della prostituzione.
Dichiarazione di Assisi 30 Dicembre 2009 padre Zanotelli è tra i primi firmatari della Dichiarazione. Ad Assisi dal 27 al 30 Dicembre 2009 c’è stato il 64° Convegno giovani dal titolo “Il sasso nell’acqua” è stato steso un programma. Al primo punto si legge: “Noi crediamo che l’acqua è vita! La vita nasce dall’acqua: l’acqua è il cuore stesso della vita. L’uomo è acqua che cammina, che pensa.”
* fonte foto isnews.it
Incontro con Bertida Cáceres figlia di Berta Cáceres
Incontro con Bertida Cáceres figlia di Berta Cáceres
A partire dal golpe del 2009 c’è stato un saccheggio sistematico da parte delle imprese nazionali e straniere che cercano di trasformare i beni naturali dell’Honduras in mercanzie, come l’acqua, i boschi, la terra, che è al centro delle lotte. Bertida Cáceres
I bambini Wayúu
I bambini della comunità indigena Wayúu che muoiono di fame e di sete in Colombia
DI DALE ZACCARIA
La leader indigena del movimento Mantas Negras, Remedius Urania, denuncia i diritti umani e sociali violati della comunità indigena Wayuu, un popolo in agonia per la mancanza di acqua che viene deviata per favorire le miniere di carbone. Si contano ad oggi la morte di oltre 5000 bambini per sete e malnutrizione. Un appello anche a Papa Francesco: “Sarebbe una cosa grande se venisse in Guajira o anche se solo incontrasse una nostra rappresentanza che vive a Bogotà”.
La crisi umanitaria del popolo Wayuu
I Wayuu sono un popolo indigeno situato nella penisola di Guajira sulla costa caraibica tra la Colombia e il Venezuela. Un popolo che mantiene l’antica arte della tessitura, come narra un antica leggenda, che vuole che un ragno insegnò alle donne indigene colombiane a realizzare splendidi intrecci. La resistenza alla colonizzazione spagnola ha portato questo popolo a sopravvivere ancora oggi.
Un popolo che sta lottando e ha lottato contro le violenze e le barbarie dei paramilitari, e contro la ferocia delle multinazionali, per le riserve di carbone, di cui questo territorio è ricco. Già Amnesty International aveva denunciato nel 2007 la tragedia dei Wayuu con le sparizioni forzate, gli omicidi, i massacri compiuti dai paramilitari che in questa zona hanno trovato un punto strategico per attività illecite e di contrabbando, afferma Karmen Ramirez, coordinatrice di un’associazione che lotta per la difesa di questo popolo indigeno: “In Guajira è situata la più grande miniera di carbone del mondo, inoltre questa zona è una frontiera aperta con il Venezuela, una via di comunicazione non controllata che ha favorito contrabbando di benzina, immigrazione illegale, traffico di armi, e sequestri”.
I temi dei diritti umani violati in Colombia sono stati ampiamente denunciati non solo da gruppi e da attivisti ma anche nel 2008 dal Tribunale Permanente dei Popoli.
Malnutrizione e povertà
Secondo dei recenti dati riportati da Telesur il 98% dei bambini indigeni sta morendo per malnutrizione mentre il 55% della popolazione a Gujira vive in estrema povertà. La Corte Suprema della Colombia ha ordinato al Presidente Juan Manuel Santos di trovare una soluzione immediata ed efficace alla crisi umanitaria che già coinvolge la presenza dell’Onu e di Ong e di molte associazioni che chiedono ” verdad, justicia y reparacion”.
Vivere e morire canta un poeta Wayuu “moriamo come sicuramente viviamo” dicono alcuni suoi versi, e oggi molti bambini e bambine stanno morendo di fame e di sete in questa zona settentrionale della Colombia. Radio Vaticana riporta che oltre 40 bambini sono già morti dall’inizio del 2016.
*Articolo Pubblicato su BlastingNews
Focus Italia: la mancata meritocrazia
La mancata meritocrazia
L’Italia è l’ultimo paese in Europa in termini di meritocrazia, l’Avvocato Luca Failla a fine dicembre del 2016 ha nuovamente sottolineato come il nostro paese stia perdendo sempre più professionalità.
Un dato allarmante secondo Failla, dovuto anche alla mancata meritocrazia che fa perdere al Bel Paese produttività ed efficienza. Il sistema su cui poggia l’Italia tra clientelismo e familismo produce ingenti danni sociali, culturali, ma anche in ambito di crescita formativa e lavorativa. Gli italiani che sono fuggiti via dicono nelle loro testimonianze raccolte su siti come Italiani in fuga che “la mancata meritocrazia non dà opportunità ai giovani”, si parla anche di ingiustizia generazionale dove le vecchie generazioni hanno potuto beneficiare di sicurezza sociale a discapito di quelle nuove o ancora ” un paese corrotto che non da speranze per il futuro.”
Il 73% dei ricercatori italiani vive e lavora fuori dai confini nazionali, quello che spinge ad andare via è proprio la maggiore valorizzazione delle competenze, un reddito più alto e opportunità occupazionali più alte.
Un altro dato non positivo che emerge dal rapporto Migrantes è che molti vanno via dall’Italia e con la poca voglia di rientrare, un’ emorragia di talento e competenza che “non è corrisposta da una forza d’attrazione che spinge al rientro.”
fonte foto huffingtonpost.it
testo parte di un articolo pubblicato su blastingnews
Focus sull’editoria italiana: quando sono gli autori a pagare gli editori
di DALE ZACCARIA
In Italia ci sono più di 4000 case editrici, tra loro ci sono molti editori a pagamento che chiedono soldi
e l’obbligo di acquisto copie agli scrittori, ma la Legge 22 aprile 1941 n. 633 sancisce che un editore deve pubblicare a sue spese l’opera di un autore.
Rapporto AIE e ISTAT su libri ed editoria
In Italia secondo l’ultimo rapporto dell’AIE (Associazione Italiana Editori) del 2016 ci sono ben: “4.608 case editrici che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno “ con un aumento delle pubblicazioni rispetto all’anno 2014 di un +0,1%. Dal rapporto sembrerebbe che lo stato dell’editoria italiana gode di buona salute e “il mercato del libro italiano torna ufficialmente a crescere dopo quattro anni di crisi.”
Nel primo semestre del 2016 sembra rimanere stabile il numero delle case editrici attive. Il numero dei lettori cresce così come il numero dei libri cartacei stampati, soprattutto nel settore bambini e ragazzi e della manualistica. Il mercato digitale è poi ancora più in crescita rispetto agli anni precedenti. Molti più ebook e anche canali virtuali di distribuzione. Il digitale rappresenta oramai l’11 del mercato passando da un 5,2% nel 2011 a un 16,9% nel 2014.
Questo un quadro generale che si evince dal rapporto AIE 2016. In realtà secondo l’ultima indagine dell’ Istat ci sarebbe una diminuzione delle case editrici attive, come dei lettori. E sempre secondo l’Istituto italiano di ricerche e statistica quasi 2 milioni di persone acquistano libri online, un trend che andrebbe a smentire quanto riportato dal rapporto AIE dove i libri: “ si comprano ancora in libreria a conduzione familiare e di catena.”
Case Editrici a pagamento
Al momento non disponiamo di dati attendibili organici e completi sul numero delle case editrici a pagamento. Delle liste sommarie si possono ricavare in rete, ma andrebbe effettuata una ricerca più profonda e veritiera sulle modalità con cui molte case editrici pubblicano sotto compenso.
I compensi con cui un autore si trova a pubblicare, o meglio a pagare l’editore, variano da un minimo di 200-500 euro ad un massimo di 2000 euro. Lo scrittore pagando questa somma riceve un determinato numero di copie che anche qui vanno da un minimo di 100-150 copie ad un massimo di 400-1000.
Il diritto d’autore con un editore a pagamento è molto basso va dal 7% al 14% sulla vendita dell’opera.
L’autore poi non ha nessuna tracciabilità su come, dove e quando il suo libro venga acquistato. Si rimette alla parola e ai dati forniti dall’editore. Non avrà mai un reale e concreto riscontro sull’andamento commerciale della sua opera.
Alcuni editori vista la crisi economica attuale offrono agli autori anche pagamenti rateizzabili o altri ancora chiedono di acquistare prima i propri libri e una volta che si è acquistato il libro e recensito, l’editore legge e valuta il manoscritto inviato. Alcuni editori a pagamento vista la crescita e la possibilità degli scrittori di auto-prodursi attraverso piattaforme di self-publisching , pensano bene di creare anche loro servizi online di auto-pubblicazione.
Quando parliamo di case editrici a pagamento, parliamo di una realtà molto diffusa in Italia di cui però non disponiamo di numeri esatti e cifre. Parliamo di editori che pubblicano chiunque sotto compenso. Che non valutano i manoscritti, a cui non interessa nulla del valore letterario che può avere un’opera. Parliamo di un’ editoria che è più una tipografia e riportiamo qui le parole della poetessa Alda Merini “c’è gente che spende un casino di soldi per pubblicare in proprio. E Questi che li pubblicano sono degli usurai, perché non hanno un senso critico; il poveraccio ha una sorta di megalomania e si crede un poeta, quello là lo accontenta in cambio di dieci milioni, però viene oscurata l’immagine del poeta autentico. Queste sono tipografie non case editrici.”
Diamo però un dato certo. All’editore l’acquisto di un ISBN non costa nulla. Con 50 euro l’editore acquista 10 ISBN ovvero i codici a barre per mettere in commercio un opera che quindi equivalgono a 10 titoli 10 libri che si possono pubblicare. Sul sito apposito www.isbn.it si trovano tutte le informazioni nel dettaglio. (il dato che riporto sopra è attraverso una tipografia che è la fonte di quanto scritto, verificata da me di persona)
Editoria a pagamento e la Legge 22 aprile 1941 n.633
Già Umberto Eco nel libro Il pendolo di Foucault ci parla dell’editoria a pagamento:“la Manuzio era una casa editrice per APS. Un APS, nel gergo Manuzio, era – ma perché uso l’imperfetto? gli APS sono ancora, laggiù tutto continua come se nulla fosse accaduto, sono io che ormai proietto tutto in un passato tremendamente remoto, perché quello che è successo l’altra sera ha segnato come una lacerazione nel tempo, nella navata di Saint-Martin-des-Champs è stato sconvolto l’ordine dei secoli… o forse è perché di colpo, dall’altra sera sono invecchiato di decenni, o il timore che Essi mi raggiungano mi fa parlare come se ormai facessi cronaca di un impero in sfacelo,disteso nel balneum, le vene ormai lacerate, attendendo di annegare nel mio sangue…Un APS è un Autore a Proprie Spese e la Manuzio è una di quelle imprese che nei paesi anglosassoni si chiamano “vanity press”. Fatturato altissimo, spese di gestione malie. Garamond, la signora Grazia, il ragioniere detto direttore amministrativo nel bugigattolo in fondo, e Luciano, lo spedizioniere mutilato, nel vasto magazzino del seminterrato (…)”
La Manunzio era ed è l’editore a pagamento. Che non esiste solo nel romanzo di Eco ma è ben presente nella realtà “editoriale” italiana. Manchiamo di dati però. Come detto sopra, ci sono liste sommarie e incomplete di editori a pagamento rintracciabili in rete.
Un’ indagine di qualche hanno fa’, compiuta da un giovane giornalista che in maniera anonima ha inviato il suo manoscritto ad editori ha portato alla luce attraverso la sua ricerca diretta che ben 152 case editrici si erano offerte di pubblicarlo sotto compenso.
Una lista abbastanza attendibile per farsi un’idea è stata stilata da Writer’s Dream e la riporta anche Loredana Lipperini sul suo sito-blog. Anche se, ripeto, andrebbe fatta un’indagine molto più profonda, cercando di capire quanti sono in numeri gli editori a pagamento anche per avere molto più chiara la realtà del mercato e del mondo editoriale. Possiamo però riflettere e confrontarci con i dati che abbiamo su alcune cose: alcuni editori a pagamento sono presenti nelle varie fiere del libro, anche quelle importanti, dove troviamo un buonissimo riscontro di pubblico, come l’ annuale incontro a Roma Più libri Più liberi.
Altro dato mancante non sappiamo quanti sono gli editori iscritti alla Siae, ma sappiamo che molti tra gli editori a pagamento non fanno parte della Società Italiana Autori ed Editori.
In base alla legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, al capitolo III contratto di edizione, si evince che un editore deve pubblicare a proprie spese l’opera di un autore:
Art.118 Il contratto con il quale l’autore concede ad un editore l’esercizio del diritto di pubblicare per le stampe, per conto e a spese dell’editore stesso, l’opera dell’ingegno, è regolato, oltreché dalle disposizioni contenute nei codici, dalle disposizioni generali di questo capo e dalle disposizioni particolari che seguono.
Dagli elementi di cui disponiamo (mancanti) possiamo trarre alcune conclusioni:
primo, c’è un’editoria come dire selvaggia, regolata dal nulla, dove anche i contratti che un autore va a firmare sono stipulati con editori non associati alla Siae e che non tengono conto della legge sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi. Secondo, l’autore si trova a non poter fare una vera selezione all’invio della sua opera, perché non facile capire e individuare l’editore a pagamento da chi non lo è. Terzo e non ultimo, il rischio che un buon editore che pubblica l’opera senza richiesta di compensi venga oscurato e demonizzato dalla pratica di questa cattiva editoria che al contrario vive attraverso richieste di denaro.
Chiudiamo con un pensiero di Umberto Eco, che può essere una bussola, in questo quadro un po’ caotico e di editoria predatoria in cui un autore è costretto a districarsi: “per antica e fondata esperienza non credo alle case editrici che sollecitano manoscritti. Di solito cercano autori a pagamento, sono disposte a pubblicare qualsiasi cosa e se non rispondono è perché ne hanno già troppa. Sul funzionamento di queste case si veda cosa racconto nel mio Pendolo di Foucault a proposito del signor Garamond. È un romanzo, ma fondato su fatti reali.”
Fonti articolo:
Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2016. Un consolidato 2015 e uno sguardo sul primo semestre 2016 a cura dell’Ufficio studi AIE
Istat Produzione e lettura di libri.
Legge 22 aprile 1941 n. 633. Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio. Testo consolidato al 6 febbraio 2016 (DLgs 15 gennaio 2016, n. 8)
LINK
http://www.sulromanzo.it/blog/case-editrici-a-pagamento-un-indagine-che-rivela-come-trattano-gli-scrittori
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/liste-editori-a-pagamento-e-doppio-binario/
ARTICOLO PUBBLICATO SU ILSUDEST
EX ILVA ArcelorMittal: video-interviste a LUCIANO MANNA
LA QUESTIONE DELL’ILVA E’ UNA COSA MOLTO COMPLESSA, PARLIAMO CHE IN DIECI ANNI SI E’ VIOLATO TUTTO QUELLO CHE SI POTEVA VIOLARE. LUCIANO MANNA
Luciano Manna è attivista fotografo collabora con PeaceLink ed è fondatore di VeraLeaks. Spiega in maniera approfondita e dettagliata la questione del Polo Industriale a Taranto EX ILVA ArcelorMittal.
La deuxième muse. Brefs sonnets érotiques
Dans ce recueil, l’autrice s’adresse à la deuxième muse Erato en invoquant sa passion et ses sensations. La première partie, Premier éros, est une invocation a l’amour dans toutes ses formes physiques et mentales, dans touts ses besoins terrains et divins. Dale Zaccaria se tourne vers la muse de la lyrique d’amour en puisant sa signification la plus profonde, c’est à dire le désir, l’éros qui arrive fort, tyrannique, aveugle mais au même temps délicat et raisonné. Dans la troisième partie du recueil, La deuxième muse, sa muse inspiratrice devient chair et sang, elle vit, elle a une voix et une forme. Même la nuit et la lune ne peuvent pas lui résister. Il s’agît de vers qui décrivent Erato comme l’incarnation de la poésie amoureuse; ils décrivent la poésie vivante et charnelle et donc sa muse maîtresse. Introduction et traduction de Lucrezia Le Rose – Peinture de Silvia Meneghello.